22 maggio 2011

Hagalaz e il Principio della Corrispondenza

Un uomo compra un pendente a forma di fiore a sei petali; lo compra perché ha la stessa forma della runa Hagalaz, e pensa che sia ormai tempo che essa venga posata sulla sua persona. È già da un po' che Hagalaz gli soffonde il suo richiamo sottile eppure potente, e sente dentro di sé che è ormai giunto il momento che si lasci guidare da ciò che questo promette.
Così compra il pendente e lo appende al collo, e sente come se un pezzo mancante venisse incuneato al posto giusto. Gli sembra che, così come il fiore giace finalmente sul suo petto, così Hagalaz sia finalmente entrata nel suo cuore, e che la sua forma di cristallo di ghiaccio lo abbia finalmente messo in contatto con l'elemento primordiale, dal quale si costruì l'universo (1). Allo stesso modo, è entrato in contatto con l'elemento primordiale che che forma il suo universo microcosmico, così simile al macrocosmo che lo comprende. Infatti Hagalaz è “la runa di Dio e del Mondo, così come dell’essere umano, […] perché così come al di sopra, così sono le cose al di sotto.” (2) Il cosmo, il mondo, la persona, sono collegati all’Intelligenza da un fondamentale flusso di energia che li rende uno con Essa da un lato, ma che assegna a ciascuno la propria sfera di destino dall’altro.

La fondazione dell’universo non è ciò che gli scienziati moderni vogliono farci credere, la
loro visione offuscata sia dagli effetti del ciclo calante che dai loro tentativi in mala fede di tenere nascosta la vera essenza della realtà. Il Big Bang, la Teoria della Relatività, la spiegazione newtoniana della gravità, la meccanica quantistica, che di recente è diventata mistica quantistica, ed altri concetti altrettanto teratologici, sono tanti mattoni che tengono in piedi l’edificio di un’epistemologia perversa e dannosa, la quale cerca di ricavare la definizione di Dio (o la sua assenza) attraverso i dettami della scienza illuministica e meccanicistica, come se il divino fosse riducibile al risultato un’equazione, come se l’intelligenza suprema non fosse altro che il g.a.d.u. che alcuni tra essi invocano.

L’universo non è necessariamente lo spazio fisico in cui viviamo, ma è un concetto spirituale. I riti legati alla fondazione di un nuovo villaggio, di una nuova città, riflettono in tutte le popolazioni la necessità di definire lo spazio vitale tramite la sanzione, l’approvazione di esso dall’alto. Il nuovo spazio, la città appena fondata o conquistata viene strappata al caos alla quale apparteneva prima, e diviene cosmo, luogo ora reso abitabile dalla sua consacrazione alla divinità. Non è sorprendente quindi che ogni popolo che fosse connesso alla propria storia primordiale, quella dei propri antenati divini, considerasse lo spazio fondato in tal maniera come il centro del proprio universo, del proprio cosmo. Ed è per questi motivi che Frithjof Schuon (3) fa notare che, quando nella Bibbia si legge che Cristo è il sole del mondo, questo mondo non è altro che l’Impero Romano, che rappresentava il cosmo al quale la cristianità era destinata.
Lo stesso discorso vale per le singole abitazioni che formano la città; anche esse devono venire sancite come cosmo, anche esse devono essere ritualmente imbevute in quel liquido originale, per essere ammesse al livello della volontà divina, per essere degne di essere usate come abitazione.


E ancora, il corpo umano stesso è un universo a sé stante, formato “ad immagine e somiglianza” della divinità, non già nella sua forma esteriore, bensì in quanto corrispondente allo stesso ordine di energia che la divinità sancisce per la nuova città, dopo che essa viene strappata al caos e plasmata come cosmo, costruita dalla materia universale che è infusa dello spirito del divino. La simbologia del corpo come abitazione ed universo è stata d’altronde osservata con dovizia da Sigmund Freud (4).
Mircea Eliade (5) è fonte di tanti esempi del suddetto processo, raccolti tra varie popolazioni tradizionali e discussi con copia. È da lui espresso inoltre con chiarezza il concetto della corrispondenza tra divinità ed essere umano, quando asserisce che la mitologia fornisce modelli di comportamento ai popoli; solo conformando i propri principi a quelli incarnati dai corrispondenti esseri divini, si è in grado di condurre un'esistenza tradizionale.


I prossimi due autori chiamati in discussione, Bardon e Cater, sono stati saggiamente definiti ‘neo-ermetici’ da un compagno di studi. Infatti essi propongono modi per applicare l’antica filosofia ermetica, la cui più antica fonte riconosciuta è il dio Toth, ma i cui insegnamenti si perdono nella notte dei tempi, in una chiave moderna e comprensibile all’uomo odierno, i cui poteri di percezione superiore sono oramai andati persi.
Bardon, nei suoi testi sulla filosofia ermetica (6), propone soprattutto una guida allo stile di vita di ci vuole essere iniziato, ed esercizi concreti, insieme ad una relativamente breve sezione sui fondamenti che informano le pratiche. È lì che viene delineato il collegamento dell’Intelligenza agli elementi alchemici, i quali poi vengono rispecchiati nel corpo umano e, ad un livello ancora ulteriore, nei vari organi, microcosmi reconditi.
Il lavoro di Joseph Cater (7), tra le altre cose, contiene l’applicazione pratica dei Princìpi Ermetici alla scienza, studio disciplinare certamente non nuovo, visto che la scienza in origine era tutt’uno con la metafisica, ma ciò nonostante adattato alla comprensione del lettore moderno, premesso che della sua comprensione egli ne sia comunque degno. Un concetto fondamentale è qui assimilato da Cater al secondo Princìpio della Termodinamica classica, derivato dall’assioma che l’energia si sposta sempre da un punto di un certo potenziale verso un punto avente un potenziale minore. Applicando questa legge alle radiazioni del sole, l’autore enuncia la fondamentale definizione delle ‘particelle soffici’, le quali sono vessilli dell’Intelligenza Suprema che esse rappresentano, nelle sfere ad essa inferiori, trasmettendone l’inevitabile e bellissimo messaggio sottile di comunione e destino separato, allo stesso tempo.
A conclusioni pressoché simili arriva anche Wilhelm Reich (8), che era stato allievo di Freud in gioventù, il quale scoprì l’esistenza di ciò che chiamò Orgone, definendola in maniera simile a quella di Cater; quest’ultimo infatti riporta la sua devozione a Reich per il concetto di Orgone.
Un neurone, l'universo e l'atomo magnetico
È poi degna di nota anche l’attività di Pierluigi Ighina (9), ed il suo concetto di atomo magnetico. Anch’egli infatti vede la connessione tra il potenziale positivo del Sole e quello negativo della Terra, ed il loro collegamento tramite l’atomo magnetico, così da formare il ‘ritmo sole-terra’.
Egli afferma che:
“Il Sole è il centro della vita. All’interno del Sole, nel suo centro, noi scopriamo un cuore. Un cuore battente, che pulsa agli stessi ritmi del corpo umano, un cuore magnetico. […] Siete liberi o meno di credere ciò che scrivo; se lo credete, avete capito il segreto del mondo, se non lo credete, per me fa lo stesso.”
È quello il cuore che l’uomo ha sentito pulsare, quando ha indossato il pendente a forma di fiore, con un battito che replicava ed amplificava quello del suo cuore.

D'altronde, la Tavola Smeraldina (10) è molto chiara, per coloro i quali sono in grado di carpirne i veri significati:
"Ciò che sta in basso è come ciò che sta in alto, e ciò che sta in alto è come ciò che sta in basso, per fare il miracolo di una cosa unica. E come tutte le cose sono state prodotte e sono venute da uno per la mediazione di Uno, così tutte queste cose sono provenute da questa cosa unica per adattamento."
Lo stesso concetto è esposto molto bene nella versione moderna dell'antico insegnamento Ermetico, presentata nel Kybalion (11) con il secondo Principio Ermetico, il Principio della Corrispondenza, che recita:
"Ciò che sta in alto è uguale a ciò che sta in basso; ciò che sta in basso è uguale a ciò che sta in alto".
È per questo ordine di corrispondenze che il fiore sul petto di quell’uomo - cioè nel suo corpo fisico - corrisponde alla runa Hagalaz nel suo cuore - cioè nel suo corpo mentale. Ed è per lo stesso motivo che la runa Hagalaz corrisponde alla materia primordiale, da cui l'universo si crea, un'operazione prettamente femminile, in quanto collegata al nascere, al divenire, alla trasformazione delle cose.
La materia primordiale è a sua volta collegata con ciò che le sta al di sopra, Brahma, Vishnu; chiedersi poi cosa si incontri ancora più in alto, e chiedersi infine cosa si trovi al di sopra di tutto, oppure se sia proprio questo il modo in cui il cosmo funzioni, è un inutile esercizio in speculazione.
Farsi delle domande non è la via giusta per arrivare alla verità. Si deve lavorare e migliorare, ed avere la mente pronta, perché così l'avanzamento spirituale fornirà le giuste risposte, o piuttosto le giuste domande. Provare ad afferrare questo ordine di verità è in qualche modo assurdo, laddove l'avanzamento spirituale dell'individuo sia flebile. Ad ogni modo, potrebbe risultare utile fare uso delle implicazioni del secondo Principio Ermetico.

Ecco perché i simboli, i gesti, i riti hanno un significato primordiale; infatti, essi, non sono semplicemente sé stessi, bensì servono a comunicarci l'essenza di ciò "che sta in alto", il quale funziona come "ciò che sta in basso", ma su piani di esistenza differenti.
Per essere in grado di comprendere quei fenomeni appartenenti ai piani al di sopra di quello nel quale risiediamo, bisogna essere consapevoli che essi non sono null'altro che proporzionali ai fenomeni delle sfere inferiori. La vera chiave alla comprensione dell'universo e del cosmo è fornita non solo dalla lettura del secondo Assioma Ermetico, detto anche Principio della Corrispondenza, ma dalla sua compenetrazione, vivendolo e respirandolo veramente. Tale corso d'azione è comunque destinato soltanto ad un ridotto gruppo esoterico di persone; per costoro, il secondo Principio Ermetico diverrà una chiave maestra, ed essi saranno in grado di discernere quali sono corrispondenze e quali non lo sono.



“L'uccello lotta per uscire dall'uovo. L'uovo è il mondo. Per nascere devi distruggere un mondo. L'uccello vola a Dio. Il nome del Dio è Abraxas.” (12)

“L'intelligenza primaria è in ogni cosa e dirige l'attività di tutte le cose, compresa la più piccola particella di materia. In altri termini, tutte le cose che si osservano e si incontrano sono in realtà forme di pensiero (thought forms, energia mentale, tulpa), ed esse riflettono la natura dell'intelligenza che le produce, così come il suono riflette la natura del congegno che l'ha prodotto. Le forme fisiche in natura sono generate in maniera simile alla proiezione di un'immagine su di uno schermo televisivo, con la differenza che tale processo ha luogo in tre dimensioni, invece che due. In ogni caso, esso procede da un'intelligenza direttrice." (13)


GENIUS LOCI



1 – Polia, Mario – Le Rune e gli Dei del Nord
2 – Gorsleben, Rudolf John – Hochzeit der Menschheit (L’età dell’oro dell’umanità)
3 – Schuon, Frithjof – The Transcendent Unity of Religions (L’unità Trascendente delle Religioni)
4 – Freud, Sigmund – L’interpretazione dei Sogni
5 – Eliade, Mircea – Il Sacro e il Profano
6 – Bardon, Franz – Initiation to Hermeticism (Iniziazione all’ermetismo)
7 – Cater, Joseph – The Awesome Life Force (La Mervigliosa Forza Vitale)
8 – Reich, Wilhelm – Ether, God and Devil (L’etere, Dio e il Diavolo)
9 – Ighina, Pierluigi – L’atomo Magnetico 
10 – Tavoletta di Smeraldo di Toth
11 – The Three Initiates – The Kybalion
12 – Hesse, Hermann – Demian
13 – Cater, Joseph – The Awesome Life Force (La Mervigliosa Forza Vitale), a cura di R.G.W.

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