Il primo turno delle amministrative offre solo conferme alle previsioni sensate.
Il primo dato emerso è che l'elettorato del centrodestra si è disamorato per via della continua rissa tra pidiellini e scrofisti nonché per le oscillazioni sulla vergognosa vicenda libica. Il che ha condotto ad un aumento netto delle astensioni degli elettori di maggioranza.
Il secondo dato evidente è che la sinistra si è invece mobilitata sperando di poter dare infine la spallata al governo ma per il momento ha centrato una vittoria di misura, quella che militarmente si definirebbe una vittoria tattica. Per l'armata brancaleone è la prima non-disfatta da tre anni a questa parte ed è proprio la lunga astinenza che la fa gridare impropriamente addirittura al trionfo.
Di fatto l'unico elemento significativo è il piazzamento a Milano di Pisapaia in testa al ballottaggio.
Viene fortemente penalizzata la gestione troppo poco partecipativa dell'organizzazione della expo di Milano che ha innervosito molti gruppi di pressione. Se non interverranno accordi significativi in questi giorni , accordi che cambierebbero magicamente la situazione, la Moratti rischia di perdere il comune e questo verrebbe interpretato al di là delle sue cause particolari trasformandosi in una clamorosa sconfitta simbolica per Berlusconi e per la Lega.
Il “terzo polo” sostanzialmente tiene ma non riesce a sfondare. Per Casini è una non vittoria. In quanto a Fini è la comprova di un fallimento cocente. Il Fli è più o meno ovunque ai livelli di un partitello extraparlamentare e questo conferma quello che avevamo predetto durante la grande offensiva finian/bocchiniana: avrebbe avuto un effetto nocivo – ma non decisivo – sulla maggioranza ma non ne avrebbe mai potuto cogliere i frutti, sia per incapacità ontologica dei soggetti sia per mancanza di uno spazio politico da ricoprire.
Ora staremo a vedere cosa accadrà a Milano e a Napoli e come Berlusconi e Bossi reagiranno al non successo - o alla sconfitta, nel caso di vittoria di Pisapia - ad urne definitivamente chiuse.
In ogni caso quel che è certo è che, per effetto congiunto delle pressioni interne e dell'offensiva anglofrancoamericana nelle nostre zone d'influenza, il Berlusconi IV è già sepolto.
Non necessariamente come formazione dell'esecutivo ma come possibilità, e forse anche come reale volontà, di perseguire quelle peculiarità che lo hanno reso interessante, ovvero il politicamente scorretto, il conflitto con le lobbies organizzate (in particolare nell'insegnamento e in magistratura) e gli orientamenti esteri soprattutto in chiave energetica.
E' difficile credere che se la maggioranza si manterrà in piedi a questo punto sarà disposta a fare altro che sopravvivere.
Il primo dato emerso è che l'elettorato del centrodestra si è disamorato per via della continua rissa tra pidiellini e scrofisti nonché per le oscillazioni sulla vergognosa vicenda libica. Il che ha condotto ad un aumento netto delle astensioni degli elettori di maggioranza.
Il secondo dato evidente è che la sinistra si è invece mobilitata sperando di poter dare infine la spallata al governo ma per il momento ha centrato una vittoria di misura, quella che militarmente si definirebbe una vittoria tattica. Per l'armata brancaleone è la prima non-disfatta da tre anni a questa parte ed è proprio la lunga astinenza che la fa gridare impropriamente addirittura al trionfo.
Di fatto l'unico elemento significativo è il piazzamento a Milano di Pisapaia in testa al ballottaggio.
Viene fortemente penalizzata la gestione troppo poco partecipativa dell'organizzazione della expo di Milano che ha innervosito molti gruppi di pressione. Se non interverranno accordi significativi in questi giorni , accordi che cambierebbero magicamente la situazione, la Moratti rischia di perdere il comune e questo verrebbe interpretato al di là delle sue cause particolari trasformandosi in una clamorosa sconfitta simbolica per Berlusconi e per la Lega.
Il “terzo polo” sostanzialmente tiene ma non riesce a sfondare. Per Casini è una non vittoria. In quanto a Fini è la comprova di un fallimento cocente. Il Fli è più o meno ovunque ai livelli di un partitello extraparlamentare e questo conferma quello che avevamo predetto durante la grande offensiva finian/bocchiniana: avrebbe avuto un effetto nocivo – ma non decisivo – sulla maggioranza ma non ne avrebbe mai potuto cogliere i frutti, sia per incapacità ontologica dei soggetti sia per mancanza di uno spazio politico da ricoprire.
Ora staremo a vedere cosa accadrà a Milano e a Napoli e come Berlusconi e Bossi reagiranno al non successo - o alla sconfitta, nel caso di vittoria di Pisapia - ad urne definitivamente chiuse.
In ogni caso quel che è certo è che, per effetto congiunto delle pressioni interne e dell'offensiva anglofrancoamericana nelle nostre zone d'influenza, il Berlusconi IV è già sepolto.
Non necessariamente come formazione dell'esecutivo ma come possibilità, e forse anche come reale volontà, di perseguire quelle peculiarità che lo hanno reso interessante, ovvero il politicamente scorretto, il conflitto con le lobbies organizzate (in particolare nell'insegnamento e in magistratura) e gli orientamenti esteri soprattutto in chiave energetica.
E' difficile credere che se la maggioranza si manterrà in piedi a questo punto sarà disposta a fare altro che sopravvivere.
Gabriele Adinolfi
[fonte: noreporter.org del 17 maggio 2011]
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