Passano le settimane e la Libia di Gheddafi – assediata e bombardata da ogni dove – è ancora lì, con la “guida” a pilotare il suo popolo nella resistenza. Di certo non è questo il risultato che i due siamesi atlantici, Sarkozy e Cameron, le creature di Hillary Clinton e della sua marionetta Obama, si attendevano.
Lo stesso ordine di cattura della Corte dell’Aja - il tribunale fantoccio messo su dagli atlantici per condannare (o suicidare) i loro nemici – è soffuso dal ridicolo: i “crimini contro l’umanità” imputati al colonnello e a suo figlio per aver “ordinato l’utilizzo di munizioni e armamenti pesanti” contro manifestanti pacifici, oltre che ad essere contraddetto dagli stessi “manifestanti pacifici” (alquanto pesantemente armati, secondo tutti i reportages video e fotografici…: anche con aerei da guerra ex governativi) suona alquanto come vergognosa beffa. Ci sembra infatti assodato (e non lo diciamo noi, ma lo stesso vescovo cattolico di Tripoli) che la Nato, con le sue bombe “umanitarie” stia facendo strage di civili, neonati compresi. E che i ribelli stiano procedendo ad esecuzioni mirate, con squadre della morte, dei dissidenti pro-governativi nell’area di Bengasi.
Non solo, ma la motivazione “umanitaria” si rivela particolarmente faziosa semplicemente osservando il totale silenzio atlantico e dell’Aja sulle “altre” rivolte arabe, ben più cruentamente represse da polizia, militari e, addirittura, forze di intervento saudite e del Qatar, come accade nel Bahrein. Un “regno” evidentemente superprotetto perché principale base americana nel Golfo Persico.
La Nato, abbastanza tronfia, ha promesso di “mettere in ginocchio” Gheddafi entro questo mese. Per adesso ha soltanto distrutto quartieri interi di una nazione civile e progredita. Un po’ come aveva già fatto nella vergognosa aggressione del 1999 a Belgrado e alla Serbia. Gli atlantici non danno nemmeno retta alle voci dell’Onu o dell’Unione africana che pretendono una tregua. Il governo inglese, si sa, ha un’ “idea migliore” per mettere fine alla “guida” libica: vuole farlo fuori fisicamente. Il capo di Stato maggiore britannico, sir David Richards, e il suo omologo statunitense Curtis LeMay fautore delle bombe su Cuba e sul Viet Nam, pensano sic et simpliciter di bombardare a morte istallazioni, palazzi governativi, stazioni di polizia uffici e aree residenziali, “per giungere alla meta”.
Quanto questo significhi “proteggere la popolazione civile” è molto, ma molto, poco chiaro.
Tale strategia di bombardamento delle città è d’altronde parte integrante del pedigree atlantico. L’utilizzo del terrore aereo contro obiettivi civili come “forma di persuasione chirurgica” per indurre i popoli dell’Asse lo ricordano bene i nostri padri. Se in Europa, contro il fascismo, i bombardamenti a tappeto delle città, come dicono, riuscirono forse a estraniare i popoli dai loro governi, in Viet Nam o nella stessa Serbia è stato dimostrato che le bombe non portarono certo alla sollevazione delle masse vietnamite contro Ho Chi Minh o Milosevic, ma il contrario. Nello stesso Afghanistan la disfatta Usa è più che evidente, anche se ancora non dichiarata formalmente.
Contro la Libia di Gheddafi, la risoluzione dell’Onu di cui si fa scudo la Nato per fare la sua guerra, pur ambigua, non permette né azioni di terra (ma con i ribelli operano missioni militari e “contractors” di tutti i Paesi occidentali), né colpire obiettivi civili o, anche se armati, non impegnati in azioni di guerra, né la promozione della guerra civile con la sponsorizzazione di tribù e clan ostili a Tripoli, né un cambio di governo, né tantomeno l’assassinio di Muammar Gheddafi e dei suoi familiari, soltanto un’area di interdizione aerea e la “protezione dei civili”...
Ma la “grande menzogna” va avanti senza essere nemmeno vittoriosa. La stessa imputazione di Gheddafi per “crimini contro l’umanità” si è risolta in un boomerang. Certo adesso la “guida” libica non si arrenderà tanto facilmente: il passo atlantico dell’Aja esclude di fatto negoziati e idee di esilio.
Così Madama Clinton con Sarkozy, Cameron e lo zerbino Frattini, fregandosene come hanno fatto del dovere di non ingerenza negli affari interni di uno Stato, non possono che sperare che una delle tante bombe sganciate via cielo o via mare dalla Nato colpisca, magari nei pressi di un’oasi nel deserto, Gheddafi.
E poiché anche la “gloria” che a costoro poteva riversare una tale “vittoria” si allontana, ecco che le pagine dei giornali e i volti delle televisioni d’Occidente minimizzano o censurano una guerra vergognosa e ingiusta. Per prenderne le distanze e poter dire, fra qualche anno – come accaduto con la Serbia – che le loro azioni o i loro scritti erano stati “imparziali”…
Andatevene via.
Lo stesso ordine di cattura della Corte dell’Aja - il tribunale fantoccio messo su dagli atlantici per condannare (o suicidare) i loro nemici – è soffuso dal ridicolo: i “crimini contro l’umanità” imputati al colonnello e a suo figlio per aver “ordinato l’utilizzo di munizioni e armamenti pesanti” contro manifestanti pacifici, oltre che ad essere contraddetto dagli stessi “manifestanti pacifici” (alquanto pesantemente armati, secondo tutti i reportages video e fotografici…: anche con aerei da guerra ex governativi) suona alquanto come vergognosa beffa. Ci sembra infatti assodato (e non lo diciamo noi, ma lo stesso vescovo cattolico di Tripoli) che la Nato, con le sue bombe “umanitarie” stia facendo strage di civili, neonati compresi. E che i ribelli stiano procedendo ad esecuzioni mirate, con squadre della morte, dei dissidenti pro-governativi nell’area di Bengasi.
Non solo, ma la motivazione “umanitaria” si rivela particolarmente faziosa semplicemente osservando il totale silenzio atlantico e dell’Aja sulle “altre” rivolte arabe, ben più cruentamente represse da polizia, militari e, addirittura, forze di intervento saudite e del Qatar, come accade nel Bahrein. Un “regno” evidentemente superprotetto perché principale base americana nel Golfo Persico.
La Nato, abbastanza tronfia, ha promesso di “mettere in ginocchio” Gheddafi entro questo mese. Per adesso ha soltanto distrutto quartieri interi di una nazione civile e progredita. Un po’ come aveva già fatto nella vergognosa aggressione del 1999 a Belgrado e alla Serbia. Gli atlantici non danno nemmeno retta alle voci dell’Onu o dell’Unione africana che pretendono una tregua. Il governo inglese, si sa, ha un’ “idea migliore” per mettere fine alla “guida” libica: vuole farlo fuori fisicamente. Il capo di Stato maggiore britannico, sir David Richards, e il suo omologo statunitense Curtis LeMay fautore delle bombe su Cuba e sul Viet Nam, pensano sic et simpliciter di bombardare a morte istallazioni, palazzi governativi, stazioni di polizia uffici e aree residenziali, “per giungere alla meta”.
Quanto questo significhi “proteggere la popolazione civile” è molto, ma molto, poco chiaro.
Tale strategia di bombardamento delle città è d’altronde parte integrante del pedigree atlantico. L’utilizzo del terrore aereo contro obiettivi civili come “forma di persuasione chirurgica” per indurre i popoli dell’Asse lo ricordano bene i nostri padri. Se in Europa, contro il fascismo, i bombardamenti a tappeto delle città, come dicono, riuscirono forse a estraniare i popoli dai loro governi, in Viet Nam o nella stessa Serbia è stato dimostrato che le bombe non portarono certo alla sollevazione delle masse vietnamite contro Ho Chi Minh o Milosevic, ma il contrario. Nello stesso Afghanistan la disfatta Usa è più che evidente, anche se ancora non dichiarata formalmente.
Contro la Libia di Gheddafi, la risoluzione dell’Onu di cui si fa scudo la Nato per fare la sua guerra, pur ambigua, non permette né azioni di terra (ma con i ribelli operano missioni militari e “contractors” di tutti i Paesi occidentali), né colpire obiettivi civili o, anche se armati, non impegnati in azioni di guerra, né la promozione della guerra civile con la sponsorizzazione di tribù e clan ostili a Tripoli, né un cambio di governo, né tantomeno l’assassinio di Muammar Gheddafi e dei suoi familiari, soltanto un’area di interdizione aerea e la “protezione dei civili”...
Ma la “grande menzogna” va avanti senza essere nemmeno vittoriosa. La stessa imputazione di Gheddafi per “crimini contro l’umanità” si è risolta in un boomerang. Certo adesso la “guida” libica non si arrenderà tanto facilmente: il passo atlantico dell’Aja esclude di fatto negoziati e idee di esilio.
Così Madama Clinton con Sarkozy, Cameron e lo zerbino Frattini, fregandosene come hanno fatto del dovere di non ingerenza negli affari interni di uno Stato, non possono che sperare che una delle tante bombe sganciate via cielo o via mare dalla Nato colpisca, magari nei pressi di un’oasi nel deserto, Gheddafi.
E poiché anche la “gloria” che a costoro poteva riversare una tale “vittoria” si allontana, ecco che le pagine dei giornali e i volti delle televisioni d’Occidente minimizzano o censurano una guerra vergognosa e ingiusta. Per prenderne le distanze e poter dire, fra qualche anno – come accaduto con la Serbia – che le loro azioni o i loro scritti erano stati “imparziali”…
Andatevene via.
Ugo Gaudenzi
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