18 luglio 2011

Il Concetto del Tempo Ciclico dei Veda

Il concetto lineare del tempo degli scienziati moderni assomiglia in maniera sconvolgente a quello tradizionale giudeo-cristiano, e differisce in maniera sconvolgente da quello dei greci antichi e degli indiani. Le idee cosmologiche di parecchi prominenti pensatori greci comprendevano un tempo ciclico o episodico, simile a quello trovato nella letteratura Vedica dell'India.
Per esempio, troviamo in Le Opere e i Giorni di Esiodo una serie di età (oro, argento, bronzo, eroica e del ferro) simili agli yuga (età) indiani, ed in entrambi i sistemi la qualità della vita umana peggiora progressivamente con lo scorrere delle età; in Sulla Natura, Empedocle parla dei cicli cosmici del tempo; nei Dialoghi di Platone vi sono descrizioni del tempo che ruota e delle catastrofi ricorrenti che distruggono o quasi la civilizzazione umana; Aristotele affermò spesso nelle sue opere che le arti e le scienze erano già state scoperte varie volte nel passato; negli insegnamenti di Platone, Pitagora ed Empedocle sulla trasmigrazione dell'anima, il modello ciclico si estende all'esistenza psicofisica individuale.

Quando la civilizzazione giudeo-cristiana sorse in Europa, un altro paradigma del tempo acquistò prominenza, quello del tempo che viaggia in avanti su una linea retta. In via generale, questo concetto di tempo prevede un unico atto di creazione del cosmo, un unico avvento degli esseri umani, e una storia unica di salvezza, culminante in un risoluzione unica, il Giudizio Universale: il dramma occorre soltanto una volta. Individualmente, la vita di un essere umano rispecchia questo processo; così, con alcune eccezioni, i teologi dell’ortodossia cristiana rifiutarono la trasmigrazione dell'anima.
Le scienze storiche moderne condividono i presupposti giudeo-cristiani basilari sul tempo. L'universo che abitiamo è un’occorrenza unica; gli esseri umani si  presentarono una volta su questo pianeta; la storia dei nostri antenati ha seguito una via evolutiva unica, ma comunque non predestinata; ed il crollo dell'universo del " Big Bang" porterà tutto a termine.
Si è tentati a intendere che la visione moderna dell’evoluzione umana sia un'eresia giudeo-cristiana che segretamente conserva le strutture fondamentali di cosmologia, di escatologia e della storia della salvezza giudeo-cristiane, mentre apertamente bandisce la visione  delle Sacre Scritture dell’intervento divino nell'origine delle specie, compresa la nostra.

Il concetto Vedico del tempo è ciclico, e ruota in cicli di quattro yuga:
Yuga di Satya: 1.728.000 anni umani
Yuga di Treta: 1.296.000 anni umani
Yuga di Dvapara: 864.000 anni umani
Yuga di Kali: 432.000 anni umani
Questo ciclo di yuga che ammonta a 4,32 milioni di anni è anche denominato maha- o divya-yuga. Mille tali cicli, 4,32 miliardi di anni, compongono un giorno del Signore Brahma, il semidio che governa l'universo; un tale giorno di Brahma è denominato un kalpa. Ciascuna delle notti di Brahma dura tanto quanto il suo giorno, ma la vita è manifesta sulla terra soltanto durante il giorno di Brahma. Con l'inizio della notte di Brahma, l'intero universo viene devastato e gettato nell’oscurità; quando un altro giorno di Brahma comincia, la vita diventa di nuovo manifesta.
Ogni kalpa (giorno di Brahma) è diviso in 14 periodi di manvantara, ciascuno della durata di 71 cicli yuga. Precedente il primo, e dopo ogni periodo di manvantara vi è una giunzione (sandhya e sandhyamsa rispettivamente) della durata di un Satya-yuga (1.728.000 anni). Ogni periodo di manvantara si conclude con una devastazione parziale e comincia con una ricreazione parziale dell'universo.
Brahma vive 100 anni, ciascuno di 360 giorni e notti (l'anno Vedico è basato sui cicli lunari, non solari). Così Brahma vive 100 x 360 kalpa = 36.000 giorni più 36.000 notti. In anni umani, la durata della vita di Brahma giunge molto al di là del nostro potere d'immaginazione: 72.000 x 4.320.000.000 anni umani = 311.040.000.000.000 anni umani.
La vita di Brahma coincide con la durata dell'universo. Questo periodo, denominato Maha-kalpa, rappresenta inoltre la durata di un’inspirazione ed un’espirazione di Maha-Vishnu, la Personalità della Divinità (Godhead), che giace all'interno dell'oceano della causalità e dorme. Egli è eterno e sogna il mondo materiale nel Suo sonno cosmico. Quando espira, tutti gli universi emanano dai pori della Sua pelle e un Brahma nasce all'interno di ogni universo; quando inspira, Brahma muore e Maha-Vishnu succhia gli universi nella Sua bocca e li distrugge. Con ogni esalazione, l’intero processo ricomincia. Questo ciclo continua in eterno e perciò è anche denominato tempo eterno.

Il Purana Veda descrive i quattro yuga come di seguito:
Satya-yuga, o l'età dell'oro, è l'età ideale, caratterizzata da virtù, saggezza, religione e praticamente esente da vizio o ignoranza. Gli esseri umani non odiano né invidiano, né provano ansia, spavento, o sono consapevoli del concetto di senso del pericolo. Adorano unicamente l’unica Suprema Personalità della Divinità (Godhead), seguono l’unica Sacra Scrittura, obbediscono all’unica legge e praticano l'unico processo religioso: meditazione sul Supremo. Essi vivono per circa 100.000 anni.

Durante il Treta-yuga viene introdotto il vizio. Le buone qualità che gli esseri umani possedevano durante il Satya-yuga si riducono di un terzo. Si iniziano a praticare i riti religiosi, i sacrifici e le cerimonie. Gli esseri umani iniziano a covare desideri utilitaristici, aspettandosi una ricompensa per il loro lavoro e per l’adempimento alle pratiche religiose. Essi vivono per un massimo di 10.000 anni.

Durante il Dvapara-yuga, il rigore raggiunto nel Satya-yuga si vede dimezzato. Le Sacre Scritture vengono suddivise in quattro parti e soltanto un manipolo di persone le studia. Cominciano a spuntare i desideri sensuali e la malattia, e l'ingiustizia si diffonde nella civilizzazione umana. La gente vive per un massimo di 1000 anni.

Nel Kali-yuga soltanto un quarto del rigore posseduto dagli umani rimane, ed esso gradualmente si riduce a zero con il progredire dell'età. Al momento viviamo nel Kali-yuga, l'età del ferro; la più degradata delle quattro età (kali significa letteralmente " litigio e ipocrisia"). In questa età gli uomini sono di durata effimera e sono poco intelligenti. Sono particolarmente pigri nel portare avanti le loro funzioni spirituali, ed eccessivamente lenti a cedere al Signore. Sono fuorviati, frustrati, e soprattutto sempre turbati. Le qualità religiose (veridicità, pulizia, longanimità e misericordia) e le qualità vitali (intelligenza, durata della vita e forza e bellezza del corpo) sono menomate. La durata massima della vita umana è di 100 anni, che vengono raggiunti peró solo raramente.

Dove ci troviamo oggi
Secondo le scritture Vediche, ci troviamo nel primo giorno della seconda metà della vita di Brahma (anche egli invecchia, ed ora ha 50 anni). All’interno di questo giorno di Brahma, siamo nel settimo manvantara (di Vaivasvata Manu), nella ventottesimo tornata del suo ciclo di 71 yuga.
L'astronomia moderna calcola l'inizio dell’attuale Kali-yuga alle 2:27 a.m. dell 20 febbraio dell'anno 3102 AC.
FONTE: Srimad Bhagavat Maha-purana, Canto III, Capitolo XI. Traduzione di Richard S. Brown.
AUTORE: Raja Vidya das. Brani tratti da “Il ciclo delle età. Il Concetto del Tempo Ciclico dei Veda”.

Tradotto dall’inglese e riveduto da
GENIUS LOCI


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